Breve commento al nuovo saggio di Daniele Capezzone
È un libro da leggere e da rileggere, da consigliare e da regalare, perché con “Per una nuova destra – Antitasse, pro libertà, dalla parte dei dimenticati dalla sinistra” (Piemme) Daniele Capezzone si è fatto portavoce delle nostre idee. Di noi che sappiamo che è da “ridurre l’attesa, l’aspettativa, la dipendenza da uno stato costoso, inefficiente, onnipresente, impiccione.”
Non solo: Daniele Capezzone scrive nel primo periodo del sesto capitolo
“Ci sono momenti in cui la politica dovrebbe sentire l’esigenza di uscire dall’angustia dell’attualità, di entrare nella grande dimensione classica, di ritrovare un respiro da troppo tempo perduto, e infine di reimmergersi nel presente cercando di non smarrire l’ispirazione delle grandi voci del passato.”
Ecco, forse una persona che ha sublimato le idee sessantottine rendendole un totem, non può sentire quest’esigenza, ma sicuramente può essere colta dalla maggioranza di coloro che oggi non votano più e di coloro che senza alcun fervore ancora votano il CentroDestra.
È un saggio per il futuro perché ha in sé l’humus necessario per la ripartenza della società italiana. Uno dei tanti esempi è nell’ultima pagina dell’introduzione, dove l’autore scrive: “… valutare con lucidità ciò che serve a completare e arricchire una coalizione”.
Quanto prima questo futuro si avvererà dipende da noi tutti, sicuramente anche da quanto avremo meditato partendo da questo saggio.